Ninni Romeo, fotografa siciliana, conosce Pina Bausch nell’estate del 1988, nelle Marche.
Durante il periodo di vacanza trascorso insieme nella casa nel parco del Conero, dove all’epoca la Romeo risiedeva, nasce una sincera e solida amicizia durata fino alla scomparsa dell’artista (avvenuta nel 2009).
Pochi mesi dopo il periodo marchigiano, la Bausch le chiede di collaborare con lei durante la lunga residenza a Palermo per la creazione dello spettacolo Palermo Palermo del 1989. Diventa la sua assistente “personale” e la sua consulente del viaggio nell’isola. Ruolo ricoperto anche nel corso degli anni seguenti, durante le tournée italiane della compagnia ed anche in occasione della residenza a Roma per la creazione del successivo spettacolo coprodotto in Italia, O’Dido, che debutta nel 1999.
Nel 2007 viaggia insieme alla compagnia durante la tournée indiana dello spettacolo Bamboo Blues, ispirato all’India.
Nel 2009, a pochi mesi dalla scomparsa della Bausch, si reca a Santiago del Cile per il debutto dello spettacolo …como el musguito en la piedra, ay sì, sì, sì… ultima creazione, ispirata e dedicata al Cile.
Assecondando il desiderio di rimanere vicina al mondo di Pina Bausch e, così, placando il sentimento della perdita, riprende a fotografare (come avvenuto in India e in Cile) in diversi teatri d’Europa alcuni tra i più significativi Stücke bauschiani.
La prima mostra fotografica di Ninni Romeo riguardante il lavoro di Pina Bausch dal titolo “Liebe Pina” è stata allestita nel 2012 al Teatro delle Muse di Ancona.
Sono poi seguite molteplici esposizioni in Teatri, Musei ed altre istituzioni in Italia e all’estero.
Nel 2017 al Teatro delle Muse di Ancona è stata allestita una seconda mostra dal titolo “L’India di Pina Bausch-Suggestioni da Bamboo Blues”.
Bamboo Blues
Sadan – Calcutta – 2008
Tanztheater Wuppertal Pina Bausch
Spettacolo ispirato all’India, creato nel 2007 e coprodotto con i Goethe-Institut dell’India.
“Due ore di poesia purissima, un affresco appassionato sull’India nei suoi aspetti tradizionali e innovatori: la danza, il cinema, il teatro, la società, i riti, i colori, gli amori impossibili. E poi i semplici giochi corali con i video e le scenografie, minimaliste quanto basta a mettere in risalto i movimenti, i corpi, in un’atmosfera calda e allucinata molto “blues”, appunto.” (Da un testo di Simone Pacini)
…COMO EL MUSGUITO EN LA PIEDRA, AY SI’, SI’, SI’…
Teatro Municipal di Santiago del Cile – 2009
Tanztheater Wuppertal Pina Bausch
È l’ultimo lavoro di Pina Bausch creato nel 2009 ed ispirato al Cile dopo una lunga residenza della Bausch e della sua compagnia. Ironico e al tempo stesso brutale la pièce è frutto di una coproduzione tra il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch e il Festival International de Teatro Santiago a Mil del Cile con il supporto del Goethe-Institut cileno.
Del Cile, della sua storia, della sua cultura e della sua natura selvaggia appaiono squarci, evocazioni fugaci, epifanie: a partire dal titolo dello spettacolo, tratto da “Volver a 17”, una struggente canzone d’amore di Violeta Parra, presente nella colonna sonora insieme a “Deja la vida volar” di Victor Jara.
Kontakthof With teenagers from ‘14’
Odyssud – Blagnac -Toulouse – 2010
Tanztheater Wuppertal Pina Bausch
“Kontakthof” è stato creato da Pina Bausch nel 1978 per la compagnia del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch.
Nel 2000, Pina Bausch ha rimontato questo spettacolo ma con interpreti ultrasessantenni non professionisti di Wuppertal: Kontakthof – With ladies and gentlemen over `65´
Nel 2008, Pina Bausch ha montato la terza versione interpretata da un gruppo di teenagers di Wuppertal: Kontakthof With teenagers from ‘14’
“Il titolo Kontakthof, ovvero “il luogo dei contatti”, può alludere agli Eros Center, ma anche alle carceri e ai riformatori. Spettacolo fra i più celebri e osannati di Pina Bausch, debuttò nel 1978 e sancì una rivoluzione nell’ambito del teatro di movimento, grazie alla sua abilità nell’immettere la gestualità quotidiana nel tessuto della coreografia. Rappresentatissimo, nelle sue tre versioni, in tutto il mondo e lungo vari decenni, Kontakthof è una festa di esperienza fisica “naturale” ricomposta in un nitido tracciato coreografico. Non c’è mai improvvisazione in questo strutturato e solido capolavoro che trasforma con chiarezza il gesto in danza” (da un testo di Leonetta Bentivoglio).